Tutti i tipi di perdite mestruali?
quanti e quali sono?

Scopri quali sono tutti i tipi di perdite mestruali da quelle fisiologiche a quelle patologiche e le caratteristiche di ciascuna di esse

Le perdite mestruali variano notevolmente da persona a persona e possono differire anche da un ciclo all’altro, variando in termini di quantità, consistenza e durata. Questi fattori possono essere influenzati da diversi aspetti.

Il cosiddetto sanguinamento può manifestarsi attraverso un flusso leggero e breve, mentre altre possono sperimentare cicli abbondanti e prolungati. È importante comprendere le caratteristiche individuali del proprio ciclo mestruale, poiché variazioni significative potrebbero indicare squilibri o patologie che richiedono attenzione medica.

 

Perdite vaginali fisiologiche o patologiche

Le perdite mestruali rientrano nella categoria più ampia delle perdite vaginali che, a loro volta, possono manifestarsi in maniera fisiologica o patologica.

Le perdite vaginali fisiologiche sono secrezioni prodotte dalla cervice e dalla vagina e svolgono un ruolo fondamentale nel mantenere funzionante e igienizzato l’apparato genitale femminile, contribuendo a lubrificare e proteggere la vagina da infezioni. Le perdite fisiologiche possono variare in quantità, consistenza e colore a seconda del momento del ciclo mestruale.

Durante la fase ovulatoria, ad esempio, il muco cervicale diventa più abbondante, trasparente e “filante”, simile all’albume d’uovo, facilitando il passaggio degli spermatozoi. Dopo l’ovulazione, le perdite possono diventare più dense e meno abbondanti.

In condizioni normali, le perdite vaginali fisiologiche sono inodori o hanno un lieve odore caratteristico, ma non sgradevole; il colore può variare dal trasparente al biancastro, senza causare prurito, bruciore o altri sintomi fastidiosi. Analogamente, la quantità può essere influenzata da fattori come gravidanza, utilizzo di contraccettivi ormonali e attività sessuale, ma rimangono entro i parametri normali.

Le perdite vaginali patologiche possono presentare caratteristiche anomale in termini di colore, odore e consistenza, oltre ad essere spesso accompagnate da altri sintomi, come prurito, bruciore, dolore pelvico o irritazione.

Uno dei segni più comuni di perdite patologiche è il cambiamento di colore: quando si presentano giallastre, verdastre o grigiastre possono indicare la presenza di infezioni, come la vaginosi batterica o infezioni a trasmissione sessuale (es. tricomoniasi). Anche le perdite bianche dense e grumose, simili a ricotta, sono indicative di un’infezione da Candida (candidosi vaginale), spesso accompagnata da prurito e irritazione. Perdite di colore marrone o con tracce di sangue che si verificano al di fuori del periodo del sanguinamento potrebbero segnalare un problema più serio, come polipi, fibromi o, in casi rari, cancro del collo dell’utero.

 

Le principali tipologie di perdite mestruali

Le perdite mestruali, che costituiscono una parte normale del ciclo mestruale, possono variare significativamente in base ad una varietà di fattori, tra cui l’età, lo stato di salute, l’equilibrio ormonale e l’uso di contraccettivi.

Una delle tipologie di perdite mestruali più diffuse è lo spotting che si riferisce a piccole quantità di sangue che possono comparire prima o dopo il ciclo mestruale, o in momenti inaspettati del ciclo. Le perdite sono generalmente leggere, di colore rosato o marrone.

Questo tipo di sanguinamento può essere causato da fluttuazioni ormonali, ovulazione, impianto di un embrione (in caso di gravidanza), o come effetto collaterale di contraccettivi ormonali.

Le perdite mestruali regolari costituiscono il sanguinamento tipico che si verifica durante il ciclo mestruale: si tratta di una perdita di sangue misto a tessuti dell’endometrio, che viene espulso dall’utero durante le mestruazioni stesse. In genere, le perdite sono di colore rosso vivo all’inizio del ciclo e possono diventare più scure (rosso scuro o marrone) man mano che il flusso diminuisce. Il flusso mestruale medio dura da 3 a 7 giorni e può variare in quantità: da un flusso leggero a moderato, fino a essere più abbondante nei primi giorni.

Da non sottovalutare anche la menorragia che si verifica quando il flusso mestruale è eccessivamente abbondante o prolungato. Questo tipo di perdite può essere accompagnato da coaguli di sangue, affaticamento e anemia dovuti alla quantità eccessiva di sangue perso. Le cause della menorragia sono svariate ma richiedono tutte l’intervento di un professionista del settore.

Infine, le perdite mestruali post-menopausa sono quelle che si verificano dopo la fine del ciclo mestruale, quando una donna non ha più mestruazioni da almeno 12 mesi. Qualsiasi sanguinamento dopo la menopausa è considerato anomalo e può indicare condizioni gravi come iperplasia endometriale o carcinoma endometriale, richiedendo un immediato consulto medico.

 

Fonti

https://www.humanitas-care.it/news/perdite-ematiche-quando-rivolgersi-al-ginecologo/
https://www.msdmanuals.com/it-it/casa/problemi-di-salute-delle-donne/sintomi-delle-patologie-ginecologiche/sanguinamento-vaginale
https://www.msdmanuals.com/it/professionale/ginecologia-e-ostetricia/sintomatologia-dei-disturbi-ginecologici/sanguinamento-vaginale

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